Il rapporto arte-moda è stato esplorato in molteplici direzioni già all’ inizio del Novecento. Gli artisti dell’Art Nouveau e delle Avanguardie Storiche applicarono le proprie concezioni estetiche al progetto dell’abito, inteso come vestito artistico, individuale e riformato rispetto alla moda corrente. La moda è spesso una sintesi del contemporaneo in quanto catalizzatrice di tendenze globali in continuo mutamento.
L’immaginario moda, sia nella “forma design” che nella “forma mediale” esercita un fascino notevole nei confronti dell’arte e un fattore irresistibile di questa fascinazione sta nell’estrema volatilità del prodotto moda, hic et nunc alla massima potenza che si traduce in una “certificazione di contemporaneità” e di novità in evoluzione.
Ma c’è anche un legame che si snoda lungo i “fili” di un rapporto interpersonale e profondamente “legato” da una pratica artigianale giornaliera che si manifesta attraverso la sperimentazione creativa del concetto di unicità/originalità. Ciò travalica l’ansia di “novità” favorendo la sedimentazione di creazioni che hanno come carburante l’esigenza espressiva condivisa.
Ecco il rapporto profondo che lega l’artista Gerardo Paoletti e le stiliste Silvia Bartolini e Costanza Turchi del brand Clotilde, che per l'occasione hanno creato dei pezzi unici intervenendo su dei capi dell'archivio storico.
Abiti bianchi, eterei e eterni.
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